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Acli Canosa : "Arriva il momento in cui smetti di farti domande perché non ti interessano più le risposte"

Dopo quella esperienza di vita , non ho avuto mai più timori di altri tipi di minacce dirette o indirette alla mia persona

Da giovane ricordo ero il Libia per lavoro ed a quel tempo mi occupavo di telecomunicazioni per conto del Ministero delle Comunicazioni della Libia. L'Italia , tramite la "Company" per cui lavoravo, esportava tecnologia e conoscenza poichè eravamo i migliori nel settore (Sirti, Telettra, Italtel erano "Big Company" a livello mondiale) . Molti siamo i canosini quasi sessantenni che siamo stati parte di quella rivioluzione e di quelle società "italiane" rispettate in tutto il mondo.

Ricordo che a quel tempo (primi anni '80) risiedevamo a Tripoli e per inquadrare meglio il clima politico in cui noi si viveva vi ricordo che era il periodo in cui ci furono i bombardamenti alla casa di Gheddafi da parte di aerei e di una portaerei dei nostri alleati americani ancorata nel golfo della Sirte.

Una notte di quelle, non vedendo rientrare un nostro collega alla base dove dormivamo, preoccuopati per lui siamo andati alla sua ricerca ripercorrendo la strada che di solito facevamo dalla città di Sabratha al nostro Compound vicino Tripoli - Tajura . Erano circa 200 km di costa, deserto e di piccoli villaggi. Arrivati a Tripoli , era circa mezzanotte, nei pressi della Piazza Verde siamo stati fermati da un posto di blocco dei "guardiani della rivoluzione" che ci fecero scendere dalle auto e ci fecero allineare davanti ad un muro, eravamo una decina di tecnici . I guardiani della rivoluzione a quel tempo erano dei civili armati che presidiavano le strade della città durante quel periodo difficile a difesa di eventuali attacchi di terra degli americani.

Ricordo bene quel momento. Un libico anziano con il suo fucile ci teneva sotto tiro, sbraitando ed imprecando in arabo. Mentre ci rivolgeva alcune domande noi gli chiedevamo di parlare in inglese poichè non capivamo cosa stesse chiedendoci in arabo. Si avvicinarono nel frattempo altri guardiani e ad ognuno di noi gli fu puntata la canna di fucile allo stomaco. Sono stati i momenti più brutti della mia vita (che non ho mai raccontato neanche a mia moglie) anche perchè era stato ucciso per strada in quel periodo un'altro tecnico italiano di altra società proprio nella città di Tripoli. L'angoscia di essere passati per le armi è durata circa mezz'ora sino a quando, coloro tra i guardiani della rivoluzione che erano addetti al controllo dei documenti , hanno trovato tra i documenti che ci avevano sequestrato un lasciapassare speciale del loro Ministero della Difesa in cui si ordinava "scritto in arabo" di lasciarci passare poichè eravamo utili alla causa ed alla Rivoluzione del Popolo di Libia e della Jamahiriyya araba libica.

Questo racconto per far sentire a tutti coloro che hanno necessità di ascoltare, che dopo quella esperienza di vita , non ho avuto mai più timori di altri tipi di minacce dirette o indirette alla mia persona e dopo quella esperienza ho fatto gli anticorpi alla paura e sono stato sempre pronto a lottare contro i sopprusi ed alle violenze . Oggi però temo solo per la democrazia di questo paese dove il rappresentante cittadino di Associazione Cattolica come le ACLI non può intervenire in un dibattito che rischiava di non essere più politico ma un puro atto di forza antidemocratico. Le Acli non hanno il potere di gestire altrui movimenti o partiti politici ma solo di cercare il dialogo con tutti gli "uomini di buona volontà" per il bene del popolo e della sua gente , senza distinzione alcuna di appartenenza sociale o politica.

Non temo ripercussioni personali, cari ragazzi, ma mi cautelerò da quelle che considero gia' "velate minacce" lanciate attraverso organi di stampa. Denuncerò alle autorità di polizia qualunque atto intimidatorio di "tipo squadrista" diretto o indiretto che dovesse arrivare alla associazione di cui mi onoro di essere rappresentante. Alla città ed ai suoi politici di tutti gli schieramenti chiediamo di riprendere il sereno dialogo politico poichè, le forze del male si insinuano li' dove si crea un vuoto di rappresentanza democratica . Che il Signore aiuti tutti i nostri politici di destra o di sinistra a ritrovare la strada del dialogo costruttivo per la crescita serena della nostra città e per il "bene comune".

Attenzione cari politici, "arriva il momento in cui smetti di farti domande perché non ti interessano più le risposte" , dopo vi è solo buio!


Mariano Caputo
Presidente ACLI Canosa
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