Ernesto La Salvia
Ernesto La Salvia
Amministrazioni ed Enti

Dimissioni degli assessori Quinto e Basile: le osservazioni del sindaco, Ernesto La Salvia

“Le vicende politiche di questi giorni, note ai più, ci impongono il dovere di chiarire "

All'indomani delle dimissioni del vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica, Pietro Basile, e dell'assessore alle Politiche Sociali, Giovanni Quinto, il primo cittadino Ernesto La Salvia, scrive agli organi di stampa, rendendo pubbliche le sue osservazioni per chiarire quanto riportato sulla stampa.

"Le vicende politiche di questi giorni, note ai più – scrive il Sindaco – , ci impongono il dovere di chiarire un aspetto che da essere a margine della questione rischia di diventare fondamentale. L'Amministrazione che ho l'onore di rappresentare, risultata maggioranza dal responso delle urne, pur avendo un proprio programma elettorale da perseguire, tenta di "salvare il salvabile" e soprattutto l'accettabile di quanto lasciato in sospeso, in nome della continuità amministrativa e soprattutto nell'esclusivo interesse delle ditte e dei lavoratori canosini. La notizia del giorno sono le dimissioni degli Assessori Basile (fra l'altro, anche Vicesindaco di questa Amministrazione) e Quinto. Prendendo spunto da ciò, da più parti, come dice Papa Francesco "uomini di mondo (politici e non) che diventano mondani" spargono il veleno del dubbio che rischia di diventare calunnia e che addirittura sposta l'oggetto della discussione su un fantasma, il cui spirito continua ad aleggiare ammorbando il "sonno dei giusti": il parco a tema in località San Giorgio".

"È interesse di una qualunque Amministrazione Comunale
– prosegue il primo cittadino – tentare di dare una risposta ai problemi occupazionali dei propri concittadini, cosa che, fra l'altro, non gli è possibile fare ope legis. Il Comune, che amministra e non governa, infatti, non ha gli strumenti legislativi per occuparsi delle politiche del lavoro, le cui competenze appartengono a Province, Regioni e Stato. Inoltre, non è facile per niente anche per chi si dovesse ritenere politico di professione e potesse ragionare, non con certezze, ma almeno con possibilità, non potersi vendere elettoralmente ipotetici progetti da realizzare. Da oltre due anni questa Amministrazione continua ad avere contatti con la società "Gestioni & Costruzioni", alla luce di loro sollecitazioni relative all'avanzamento di un progetto presentato nell'oramai lontano 2007 (sostanzialmente sovrapponibile alla proposta attuale avanzata dalla medesima società). Quella proposta era frutto di un Accordo di Programma, ormai morto dopo l'approvazione del Piano Urbanistico Generale. L'opera dell'ottimo Assessore Basile è andata nella direzione di intercettare quella nuova proposta, riprendendo quelle sensibilità di cui si parlava prima, al fine di produrre una ipotesi di atto deliberativo che aveva un solo scopo: dare concretezza quanto prima alla proposta formulataci per avviare definitivamente il cambiamento del mondo del lavoro di questa comunità. La stessa proposta, però, nel momento in cui è stata vagliata dagli organi tecnici preposti, non ha ricevuto la condivisione degli stessi, costringendo il Sindaco in primis, ad approfondire ulteriormente la questione, anche in sede regionale. Quello che ci infastidisce oggi è dover parlare anzitempo di un progetto faraonico (400 milioni di euro e oltre 100 ettari di terreno trasformati) accendendo speranze nei concittadini, già abbondantemente frustrate in passato. Perciò l'atteggiamento adottato dal Vicesindaco ci pare condivisibile ma riteniamo sia prematuro darlo per definitivo, in quanto esso si interfaccia tra la volontà di produrre progettualità finalizzate alla crescita di Canosa e l'impossibilità ad avere garanzie di realizzazione del progetto medesimo da parte della società intermediaria "Gescos". Si fa il bene della città riuscendo a realizzare, ma si raggiunge lo stesso risultato anche sospendendo atti che, qualora non fossero trasparenti, potrebbero eventualmente produrre contenziosi, i cui effetti potrebbero giungere addirittura alla bancarotta della collettività. Sono presenti nel nostro programma i concetti di "legalità e trasparenza": legalità che garantisce atti ineccepibili, trasparenza riguardo alle finalità politiche che coincidono solo con l'esclusivo interesse dei cittadini. Siamo certi, infine, che si possa vendere di tutto, anche la Fontana di Trevi, e noi potremmo essere tra gli acquirenti, ma solo se il venditore fosse lo Stato, garanzia di solvibilità".

Così conclude il sindaco: "Per quanto riguarda l'Assessore Quinto, siamo consci che lo stesso si è occupato di un settore delicatissimo di questo Ente e dunque sa bene quali e quante siano le difficoltà inerenti il ruolo di Assessore Comunale. Se affrontare le stesse è diventato difficile a causa della professione che svolge, non possiamo che augurargli una carriera luminosa, fuori dalle beghe politiche".


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