Stilus Magistri
Trovato il manoscritto dell’Arcivescovo Minerva, per il bombardamento del 1943 a Canosa
Il Sagrestano Francesco Sisti si adoperò a celarlo, a smontare e montare il prezioso antichissimo quadro
domenica 9 novembre 2014
12.31
"Poche notizie per i posteri". Trovato il manoscritto dell'Arcivescovo Minerva, per il bombardamento del 1943 a Canosa.
Al termine della Santa Messa del 4 novembre 2014, mons Felice Bacco, alla presenza delle Istituzioni civili e militari, ha dato lettura di un manoscritto del 1943, ritrovato negli anni scorsi fra i documenti dell'Archivio della Cattedrale.
Una busta intestata al XIV° Centenario di S. Sabino, relativa all'anno 1966, per la morte del Vescovo Santo nel 9 Febbraio del 566, riporta la scrittura dell'Arciprete Don Antonio Piattone: "Biglietti trovati nella statua di S. Sabino durante la pulizia per il Centenario".
La busta, di formato lettera, contiene due foglietti ingialliti: l'uno già sigillato con cera lacca relativo al furto sacrilego del 1921; l'altro riferito al bombardamento di Canosa del 1943, ai suoi civili Caduti, al nascondimento delle statue dei Santi Protettori, nel Palazzo Pinnetti in corso San Sabino.
Il documento del 1944 è un manoscritto dell'allora Arciprete D. Francesco Minerva, oggi sepolto in Cattedrale e tramandato nella memoria del prestigioso Museo dei Vescovi, Sua casa nativa.
Con don Felice, ne riportiamo il testo, che riporta il legame vivo tra Ecclesia e Civitas, tra Fede della Chiesa, culto sabiniano e storia del popolo canosino.
L'otto Settembre 1943 il Re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Badoglio per non vedere l'Italia nostra un mucchio di rovine a causa di continui bombardamenti aerei, chiedevano agli alleati, l'armistizio sia pure incondizionato. I Tedeschi, amici prima, nemici dopo, irritati dall'atto, cominciavano a sabotare uomini e cose, e vedendo portare via delle cose, fu necessità, prudenza, nascondere in un sottoscala, i nostri S.S. Protettori, S. Sabino e l'antichissimo quadro della Madonna della Fonte, ecc. Però Canosa non fu depredata, soltanto il 6 novembre 1943 fu bombardata con 11 bombe, che colpirono gravemente la Chiesa di S. Francesco, Municipio e case cadute. 60 persone vi perirono sotto le macerie.
Durante la novena del Febbraio 1944, vedendo che gli alleati marciavano vittoriosamente tra Cassino-Roma-Pescara, per non dare impressione al Popolo della privazione delle statue dei Protettori, si esposero alla venerazione dei fedeli, tanto, tanto devoti dei Protettori, da quali, con molta fiducia, impetrano ed ottengono celesti favori.
Queste poche notizie per i posteri.
Arciprete del tempo, D. Francesco Minerva.
Il Tesoriere Can. Biagio Saraceno, Parr. Di Gesù e Maria.
Il Sagrestano Francesco Sisti si adoperò a celarlo, a smontare e montare il prezioso antichissimo quadro.
Canosa, 2 Febbraio 1944
A 70 anni di distanza, rileggiamo il manoscritto di un testimone della storia del popolo canosino e della devozione ai Santi Protettori e a S. Sabino, Pater Urbis, Patrono della città e dei Canosini, nelle "poche notizie per i posteri", eredi e custodi di questo patrimonio storico e spirituale del 900.
maestro Peppino Di Nunno
N.B. Divieto di riproduzione delle foto.
Al termine della Santa Messa del 4 novembre 2014, mons Felice Bacco, alla presenza delle Istituzioni civili e militari, ha dato lettura di un manoscritto del 1943, ritrovato negli anni scorsi fra i documenti dell'Archivio della Cattedrale.
Una busta intestata al XIV° Centenario di S. Sabino, relativa all'anno 1966, per la morte del Vescovo Santo nel 9 Febbraio del 566, riporta la scrittura dell'Arciprete Don Antonio Piattone: "Biglietti trovati nella statua di S. Sabino durante la pulizia per il Centenario".
La busta, di formato lettera, contiene due foglietti ingialliti: l'uno già sigillato con cera lacca relativo al furto sacrilego del 1921; l'altro riferito al bombardamento di Canosa del 1943, ai suoi civili Caduti, al nascondimento delle statue dei Santi Protettori, nel Palazzo Pinnetti in corso San Sabino.
Il documento del 1944 è un manoscritto dell'allora Arciprete D. Francesco Minerva, oggi sepolto in Cattedrale e tramandato nella memoria del prestigioso Museo dei Vescovi, Sua casa nativa.
Con don Felice, ne riportiamo il testo, che riporta il legame vivo tra Ecclesia e Civitas, tra Fede della Chiesa, culto sabiniano e storia del popolo canosino.
L'otto Settembre 1943 il Re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Badoglio per non vedere l'Italia nostra un mucchio di rovine a causa di continui bombardamenti aerei, chiedevano agli alleati, l'armistizio sia pure incondizionato. I Tedeschi, amici prima, nemici dopo, irritati dall'atto, cominciavano a sabotare uomini e cose, e vedendo portare via delle cose, fu necessità, prudenza, nascondere in un sottoscala, i nostri S.S. Protettori, S. Sabino e l'antichissimo quadro della Madonna della Fonte, ecc. Però Canosa non fu depredata, soltanto il 6 novembre 1943 fu bombardata con 11 bombe, che colpirono gravemente la Chiesa di S. Francesco, Municipio e case cadute. 60 persone vi perirono sotto le macerie.
Durante la novena del Febbraio 1944, vedendo che gli alleati marciavano vittoriosamente tra Cassino-Roma-Pescara, per non dare impressione al Popolo della privazione delle statue dei Protettori, si esposero alla venerazione dei fedeli, tanto, tanto devoti dei Protettori, da quali, con molta fiducia, impetrano ed ottengono celesti favori.
Queste poche notizie per i posteri.
Arciprete del tempo, D. Francesco Minerva.
Il Tesoriere Can. Biagio Saraceno, Parr. Di Gesù e Maria.
Il Sagrestano Francesco Sisti si adoperò a celarlo, a smontare e montare il prezioso antichissimo quadro.
Canosa, 2 Febbraio 1944
A 70 anni di distanza, rileggiamo il manoscritto di un testimone della storia del popolo canosino e della devozione ai Santi Protettori e a S. Sabino, Pater Urbis, Patrono della città e dei Canosini, nelle "poche notizie per i posteri", eredi e custodi di questo patrimonio storico e spirituale del 900.
maestro Peppino Di Nunno
N.B. Divieto di riproduzione delle foto.