Le Nozze d’Oro di Grazia e Savino Mazzarella
Le Nozze d’Oro di Grazia e Savino Mazzarella
Vita di città

Le Nozze d’Oro di Grazia e Savino Mazzarella

Mezzo secolo di vita matrimoniale da raccontare

Una cerimonia sobria per rievocare e rinnovare la promessa di matrimonio da parte di Grazia Parente (classe1953) e Savino Mazzarella (classe 1947) che oggi, a distanza di 50 anni, è stato benedetto il sacramento del matrimonio da Mons. Felice Bacco, parroco nella Cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia. Correva l'anno 1973, nel giorno 27 dicembre quando Grazia e Savino si promisero amore eterno nel Santuario Maria SS. dello Sterpeto di Barletta, e poi, a Canosa di Puglia, festeggiarono con il pranzo conviviale presso lo "Smeraldo Ricevimenti". Le "Nozze d'Oro" rappresentano "una tappa" della vita coniugale, che racchiude ben 50 anni di vita di coppia trascorsa assieme. Mezzo secolo di vita matrimoniale, pregna di valori e sentimenti, di momenti positivi e negativi, lavorando in due settori differenti: Grazia Parente nelle Ferrovie dello stato come guardiano di passaggio a livello, mentre, Savino Mazzarella nelle Poste Italiane come portalettere, in più parti d'Italia, da Torino a Foggia, a Barletta e poi a Canosa di Puglia. Nel segno della compattezza e della longevità, ancora uniti e leali l'uno con l'altro, circondati dall'affetto dei propri cari, i figli Matteo, Luigi e Claudia e le rispettive consorti, le nipoti Flavia e Giulia che per l'occasione hanno scritto: """ Cari nonni, un'antica formula matrimoniale latina riporta: 'Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia' (dove tu sei Gaio, lì io sono Gaia… ovunque tu sarai, io sarò."). La frase veniva pronunciata dalla sposa quando, terminato il banchetto nuziale, giungeva a casa accompagnata da un corteo festoso. Ad aspettarla sulla soglia della porta trovava il marito, a cui alla domanda "Qui es?" ("Chi sei?") rispondeva con la formula sopracitata. La sposa, attraverso queste parole, esprimeva l'intenzione di vivere la sua esistenza in comunità d'intenti con quella di suo marito, trovarsi sempre, fisicamente e sentimentalmente, lì dov'era il suo amato. Gli storici e i latinisti ci perdoneranno se abbiamo utilizzato impropriamente questa formula rendendola più mielosa di quel che realmente fosse ma descrive perfettamente il vostro amore. Noi, che cinquant'anni fa non eravamo neppure nei pensieri, abbiamo vissuto il vostro matrimonio attraverso le foto dal polveroso album, l'abito da sposa conservato con cura, ma soprattutto attraverso i vostri vividi ricordi che tagliano e restringono la distanza temporale. Tuttavia, di questo amore noi, le vostre nipotine, conosciamo la resilienza. In questi cinquant'anni avete condiviso infinite gioie, la nascita di tre figli e due nipoti, i viaggi su quei treni che se potessero parlare racconterebbero la vostra storia, racconterebbero del ritorno da Torino con un bambino in più verso la fine degli anni Settanta, i continui viaggi Barletta-Milano per riabbracciare i frutti dell'amore, il dolore di tratte difficili e ritorni più leggeri. Durante questi cinquant'anni - evidenziano le nipoti - avete mantenuto la promessa di quelle spose romane. Dove c'è nonna, lì c'è nonno e viceversa, sempre pronti a sostenervi nei tempi belli e in quelli brutti, nella gioia e nella malattia. Nonna, nonno, quando in Giappone si rompe un vaso non lo si butta ma lo si ripara con l'oro utilizzando la tecnica del Kintsugi. La filosofia è quella che " un vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine". Ogni vaso, così riparato, diviene unico, percorso da linee differenti, date dalla casualità della rottura e pregevole per via del metallo prezioso che li decora. Se dovessimo descrivere il vostro matrimonio, l'amore dei nonni, quello d'altri tempi, lo faremmo utilizzando questi vasi come metafore. Parleremmo, allora, di un'amore che si ricostruisce continuamente senza essere mai gettato via, percorso da linee di rottura riparate con l'oro, reso preziosissimo e unico proprio grazie a quei particolari, grazie alle difficoltà risanate. Vi ringraziamo per questo amore che ci ha portate fino a qui, a celebrare gli amori d'oro, quelli che hanno il coraggio, la volontà e la forza di resistere a tutto e soprattutto al tempo. Vi auguriamo- concludono le nipoti Flavia e Giulia - un mondo di bene e altri cinquant'anni di queste nozze""".

Nel corso della cerimonia con i parenti più stretti, giunti anche dai paesi limitrofi, è intervenuta l'assessore alla Cultura Cristina Saccinto per esprimere i suoi auguri, anche a nome del sindaco Vito Malcangio, di lunga vita e buona salute ai coniugi Grazia Parente e Savino Mazzarella, molto commossi e grati per la vicinanza in questa lieta ricorrenza. Dagli applausi dei familiari, alle foto presso il Parco Archeologico di San Leucio con la guida turistica Cinzia Sinesi della Fondazione Archeologica Canosina, al selfie con l'avvocato Enzo Princigalli, alle rime del componimento dal titolo "I confetti d'oro del postino" a firma del Maestro Peppino Di Nunno che ancora una volta non ha fatto mancare il suo apporto storico-culturale-amichevole, ben accetto agli "Sposi" giunti alle Nozze d'Oro : "La vita si fa grande e mira alla vetta!"
Felicitazioni Vivissime dalla Redazione di Canosaweb
I confetti d'oro del postino

Cinquanta anni di confetti,
cinquanta anni di affetti,
arriva un treno carico di ...
e donna Grazia è ancora lì,
nel vagone postale c'è il postino
con la lettera dell'amato Sabino.
Nozze d'oro nel Signore e nel ristoro,
viva gli sposi! nel plauso in coro.
Ma vi sposaste col Natale in festa,
una bella memoria impressa in testa,
nella testa di oggi con i capelli bianchi,
operosi in casa e in paese, mai stanchi.
Fu il "sì" alla Madonna dello Sterpeto
a Barletta, l'amore di un giorno lieto.
Grazia Parente e Savino Mazzarella,
ieri in piazza a gustar la sfogliatella,
amici con noi con la Vita è bella,
si accende d'oro a Natale la Stella,
si accende d'oro e più di smeraldo,
come la festa nuziale allo Smeraldo.
In braccio Vi sollevarono in piedi,
erano più leggere le nuziali fedi.
Vi vedo da vicino, vi vedo dal balcone
dirimpetto in via Ruggero Bacone
a stendere i panni, a mirare il paese
nel panorama di tutte le Chiese.

Il postino ha appeso al chiodo la bicicletta,
ora con Grazia della torta taglia una fetta,
il tempo cresce e ogni giorno Vi aspetta,
la sposa è grande ma è sempre diletta,
la vita si fa grande e mira alla vetta,
àme fàtte grànne e tùtte u sànne,
àme fàtte grànne, néu tatarànne,
tànda prisce e tand'affànne
e da vecchje qualche malànne,
fu un giorno lieto, oggi è ancora felice
Sposi d'oro con Don Nicola e Don Felice,
dinanzi all'altare antico di San Sabino
con nonna Grazia e il cultore Sabino,
la vita si fa grande e mira alla vetta,
la vita nel Signore Vi sia benedetta.
Auguri!
Maestro Peppino Di Nunno
1973 - Le Nozze di Grazia Parente  e Savino Mazzarella1973 - Le Nozze di Grazia Parente  e Savino Mazzarella1973 - Le Nozze di Grazia Parente  e Savino MazzarellaLe Nozze d’Oro di Grazia e Savino MazzarellaLe Nozze d’Oro di Grazia e Savino MazzarellaLe Nozze d’Oro di Grazia e Savino MazzarellaLe Nozze d’Oro di Grazia e Savino MazzarellaLe Nozze d’Oro di Grazia e Savino Mazzarella
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