Diritti umani
Diritti umani
Crepuscolo letterario di Luciana Fredella

Dov’è finito il rispetto dell’altro?

Celebrato il 70° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Lo scorso 10 dicembre è stata la Giornata mondiale dei diritti umani. celebrazione sovranazionale che si tiene ogni anno in tutti i 48 paesi aderenti all'accordo (Afghanistan, Argentina, Australia, Belgio, Birmania, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Colombia, Costa Rica, Cuba, Danimarca, Ecuador, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Francia, Grecia, Guatemala, Haiti, Islanda, India, Iran, Iraq, Libano, Liberia, Lussemburgo, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Nicaragua, Norvegia, Pakistan, Panama, Paraguay, Perù Repubblica Dominicana, Siam, Svezia, Siria, Regno Unito, Stati Uniti d'America, Turchia, Uruguay, e Venezuela). Quest'anno è stato celebrato il Settantesimo Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (DUDU). Il fatto che tale Documento non sia vincolante per i paesi sottoscrittori, comporta troppo spesso la totale amnesia dei principi per cui è nato. Ciò che maggiormente colpisce è che nella millenaria storia dell'uomo la DUDU è stata la prima azione volta a difendere la dignità umana e a condannare il comportamento dell'uomo stesso capace di violarla. Non è un caso che il Documento sia stato sottoscritto dopo la Seconda Guerra Mondiale, poiché i crimini più gravi contro l'umanità, sono stati compiuti proprio in questo secolo. Terribile è stata la Shoah, le Foibe o i poco conosciuti genocidi di Armeni (1915/1923), Cinesi (1900 e sotto il regime di Mao tra il 1949 e il 1975), Russi (1924/1953), Indonesiani (1965/1967), Cambogiani (1975/1979), Sudanesi, Burundesi, Sudamericani, Iracheni, Slavi, Siriani Ciò che sconvolge di più è che un uomo possa essere capace di commettere atrocità contro un proprio simile, o peggio, insinuare, con false evidenze, che la diversità culturale costituisca una minaccia. Questo attacco alla "cultura" purtroppo sta emergendo sempre più forte proprio nei paesi firmatari legittimando e favorendo atteggiamenti razzisti e di odio. Eppure non sono lontani gli anni Ottanta quando i neo diplomati, con troppi pochi soldi, desideravano e si accontentavano di girare l'Europa con uno zaino in spalla approfittando degli accordi ferroviari dell'Interrail per viaggiare, entrare in paesi che sembravano troppo lontani, ma che permetteva di conoscere, di approcciarsi a culture differenti, di adattarsi a situazioni sconosciute. Ora vanno oltre: USA, Giappone, America Latina, Emirati Arabi e lo fanno proprio perché il desiderio di conoscere e aumentare il proprio bagaglio culturale è quasi vitale.

E allora perché si sta verificando un ritorno alle barbarie tra uomini? Dov'è finito il rispetto dell'altro? In questo clima generale di diffidenza che valore hanno i 30 articoli della DUDU? Forse ognuno di noi dovrebbe imparare quegli articoli e viverli cominciando a fare la differenza, oppure da bravo genitore trasmetterli ai propri figli come si trasmette qualunque regola di base come scrivere, comportarsi a tavola ecc… Davvero è così difficile? Un consiglio di lettura per conoscere un po' più da vicino quanto possa trasformarsi l'umanità in bestialità è Nella Terra del Terrore – Il martirio dell'Armenia di Henry Barby a cura di Carlo Coppola edito da LB Edizioni. Un racconto inchiesta, un giornalismo d'altri tempi attento a cogliere non soltanto gli aspetti della cronaca nuda e cruda, ma anche le diverse sfumature sociologiche, fenomenologiche e storiche. Un libro che ha quasi un secolo di vita (è stato pubblicato in Francia nel 1917) ma che conserva intatta la sua straordinaria attualità in un momento, come quello attuale, dove i conflitti, anche a due passi da casa nostra, non sono meno pericolosi e crudeli, anche se per fortuna meno cruenti. E se oggi è difficile immaginare un genocidio della portata di quello subito dagli Armeni, non siamo certamente immuni dai pericoli della sopraffazione dell'uomo sull'uomo.
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