Salute
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Le Pillole

La salute pendolare dei Meridionali

La disamina del Rapporto SVIMEZ 2023

Anche stando a Roma vivo profondamente il rapporto con Canosa e, allargando lo sguardo, con il nostro Sud. Spesso sono interessato da cattive notizie e quando non sono morti improvvise, si tratta di amiche ed amici che con coraggio dichiarano, anche sui social, di avere "un serio problema di salute" , sempre lo stesso, il male oscuro che colpisce parti letali del corpo. E' venuto a trovarmi, giorni fa, a Roma un caro amico, imprenditore serio di una famiglia seria barese, il quale mi ha, con franchezza, confessato: "Nunzio quando al Sud abbiamo un serio problema di salute , mettiamo i soldi sul tavolo ed andiamo a farci curare al Nord ." Sta bene il mio caro amico, ringraziando il buon Dio, ma quella dichiarazione lapidaria mi è frullata a lungo nel cervello. Chi non ha i soldi da mettere sul tavolo che fa? Rischia i tempi lunghi di attesa ed una sanità non eccezionale per prestazioni al Sud? Prega Dio di aiutarlo? Fa un debito, telefona al parente residente al Nord e da inizio ad un viaggio della speranza che poi diventa pendolarismo familiare della speranza?

Ho voluto informarmi per capire e ho studiato la parte seconda del Rapporto Svimez 2023 , 50esima edizione che fa un quadro comparato tra le regioni Italiane relativamente a "Società e Cittadinanza". Un sottoinsieme tratta il tema Sanità ed in particolare i divari tra i Sistemi Sanitari Regionali, SSR e la mobilità sanitaria ed ancora gli effetti della evoluzione demografica sulla allocazione tra le regioni delle risorse del SSN, Servizio Sanitario Nazionale. Credo che sia opportuno rileggere attentamente l'art.32 della Costituzione della Repubblica Italiana che cosi recita: "La Repubblica tutela la Salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività , e garantisce cure gratuite agli indigenti ". Oggi questo monito è ancora vivo non toccato dal Titolo V della Costituzione che per la Sanità assegnata alla regia regionale chiede una perequazione tra le regioni basata sui principi di eguaglianza e solidarietà nazionale.

Si può fare la Autonomia Differenziata regionale sul tema Sanità ma salvaguardando attraverso la definizione, la quantizzazione dei LEP , livelli essenziali di prestazioni i principi di cui sopra. Il cantiere della Autonomia DIfferenziata, voluto fortemente dalla Lega , con FDI e Forza Italia , non convinti che giocano sui tempi di attuazione , ha subito una forte accelerazione dettata dalla approvazione in CDM del disegno di legge Calderoli, mirato ad una attuazione "integrale " della Autonomia. Segnalo anche io accanto a tanti commentatori più qualificati di me una semplice cosa : i LEP vanno non solo definiti ,quantizzati nel valore ma gli squilibri che esisteranno per assicurare le garanzie di eguaglianza e solidarietà vanno finanziati . Ad oggi il bilancio statale non ha messo a riserva una lira .

Ma tornando a parlare di sanità vediamo qual'è situazione fotografata dal rapporto Svimez :

- La analisi comparata tra i diversi SSR tesa ad evidenziare differenze nell'efficacia e nella qualità delle prestazioni fornite , a partire dai LEA , livelli essenziali di assistenza, evidenzia un divario pesante tra Nord e Sud del Paese . Sono stati individuati dei quartili , la nostra regione si colloca nel terzo quartile ( nei primi due quartili nessuna regione del Sud ) , 5 regioni del Sud sono risultate non classificabili perchè non hanno fornito i dati statistici richiesti

- La valutazione CREA, altro indice che tiene conto della performance dei SSR in tema di tutela socio-sanitaria offerta ai cittadini inclusiva di appropriatezza, validità economico-finanziaria, equità di accesso alle cure, esiti di salute ,innovazione tecnologica, impatto sociale , vede primeggiare il Veneto, con il punteggio massimo di 59 punti, Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania , Basilicata tutte con punteggio inferiore a 32, alla Calabria il punteggio minimo 30.

Questi sono i numeri oggettivi che sono alla base della "mobilità sanitaria", i cittadini del Sud, quando ne hanno la possibilità, soprattutto a fronte delle patologie più gravi vanno a curarsi nelle regioni del Centro-Nord ,quelle con indicatori oggettivi di prestazioni professionali e di performance generale migliori . Ne consegue una mobilità attiva , credito positivo per le regioni di destinazione, una mobilità passiva, debito per le regioni di provenienza dei pazienti. Nel periodo 2010 / 2019 la mobilità passiva del Centro-Sud ha totalizzato 14 miliardi di euro. Pagano in miliardi Campania 2,94, Calabria 2,71, Lazio 2,19, Sicilia 2,0, Puglia 1,84, incassano in parallelo Lombardia 6,2 , Emilia-Romagna 3,3 , Toscana 1,3 , Veneto 1,1 -

Tra il 2017 ed il 2021, 60.000 pazienti affetti da patologie oncologiche gravi rinvenienti da Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia sono partiti con un parente assistente al proprio fianco, queste partenze rappresentano il 45% della mobilità sanitaria. Se questi sono i numeri, ed i numeri non si discutono, a meno di manipolarli, come facciamo limitandoci per adesso solo alla sanità ad accettare la Autonomia Differenziata?

Caro corregionale Ministro Fitto, cari Ministri del nostro Sud, come potete farvi scudo del Titolo V , maldestramente approvato a maggioranza dal Governo D'Alema? Bloccate, vi prego, questa enorme proposta leghista che spacca nei fatti la unità del Paese; NON vogliamo più presentarci al Paese con il cappello in mano, aiutate il Sud a crescere nelle infrastrutture, nella imprenditoria, tratteniamo professionalità che scappano al Nord se non all'estero, premiamo il merito. Dimenticate gli amici non qualificati della Politica posizionati spesso in posizioni apicali immeritate, rafforzate le Università del SUD e questo soprattutto in un settore, la Sanità , cosi importante per la vita della nostra gente. GRAZIE
Nunzio Valentino
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