
Vita di città
La storia di ben quattro generazioni racchiuse all’interno del “Bar Scoop” della famiglia Di Nunno
Dagli anni '30 ad oggi, viaggio alla scoperta del gelato di Ciccio Di Nunno
Canosa - mercoledì 17 dicembre 2025
12.57
A partire dal 2016, anno di apertura del "Bar Scoop", Piazza della Repubblica ha iniziato a ravvivarsi e a diventare luogo ancor più frequentato di quanto lo fosse prima. Che sia di mattina, pomeriggio o sera, in primavera ed estate soprattutto, fare tappa da Ciccio Di Nunno e Marco Di Sibio è anche un modo per tastare con mano il passato di una delle piazze storiche di Canosa. Il gelato da loro prodotto unisce qualità e tradizione in un connubio unico.
«Sentiamo spesso affermare che i giovani non credono nei propri luoghi d'origine - spiega Ciccio -. Noi invece, lo abbiamo fatto, a distanza di tempo, siamo soddisfatti della scelta fatta e la confermiamo in pieno. Dietro ogni semplice gesto, ci sono tanti sacrifici, spero che anche altri, ma in realtà ci sono ottimi segnali, credano in Canosa e investano».
Quella del gelato è un affare di famiglia per i Di Nunno, tant'è che sono ben quattro le generazioni che si sono avvicendate, a partire dal bisnonno di Francesco, Michele titolare negli anni '30 del "Caffè Bovio", situato sempre in Piazza della Repubblica e all'interno del quale era possibile trovare il primissimo modello di motogelatiera "Cattabriga". A ricoprire un ruolo di rilievo nella nostra narrazione è Francesco Di Nunno, nonno di Ciccio, che una volta tornato dalla Seconda Guerra Mondiale e con il bar di papà Michele ormai anziano, chiuso, decise di iniziare una nuova avventura lavorativa con Giuseppe Santangelo (soprannominato in dialetto "Pepìne") nel "Bar Santangelo", poi ridenominato "Bar Rosa" negli anni '80 in quella che è oggi l'odierna ubicazione di "Scoop".
In seguito, saranno tutti i Di Nunno, fra cui Fonte, mamma di Francesco, a proseguire la tradizione di famiglia con la produzione di spumoni e sospiri, ristrutturandolo completamente il locale ed intitolandolo "The Way to Rome", nome scelto da Michele Di Nunno, padre di Ciccio, al fine di esaltare il patrimonio culturale ed archeologico canosino. Dal 1930 e quindi dal bisnonno Michele, eccoci quindi giunti al 2016 quando Francesco, appassionato di gelato, assieme al suo grande amico Marco, decisero di rilevare il locale sposando un nuovo progetto. Il primo, nel 2013, volle approfondire questa materia, tanto da frequentare l'Università dei Sapori di Perugia presso la Scuola Italiana di Gelateria a cui seguirà una parentesi lavorativa a Milano con Alberto Marchetti. Il secondo, invece, a Roma nel settore alberghiero, si occuperà dell'organizzazione del comparto caffetteria e prima colazione.
Ma perché chiamarlo "Scoop"? Ce lo spiega Ciccio: «Facile, il tutto nasce da un'idea di mia sorella Marianna: infatti, la parola "scoop" in inglese significa pallina di gelato e considerando che mio padre sia stato professore d'inglese, il gioco è fatto. Il gelato, 100% artigianale, rispetta la stagionalità della frutta ma soprattutto non contiene semilavorati o prodotti pronti. Alla tradizione, con la produzione di "spumoni" al gusto di cannella e caffè, abbiamo unito l'innovazione con svariati gusti di gelati come quello alla percoca, al fiorone o alla sfogliatella tipica natalizia».
I rapporti umani, si sa, spesso fanno la differenza e, non a caso, all'interno di "Scoop", dialogo e confronto fra proprietario e cliente sono sempre all'ordine del giorno. Anche questo, è un modo per sentirsi "a casa".
«Sentiamo spesso affermare che i giovani non credono nei propri luoghi d'origine - spiega Ciccio -. Noi invece, lo abbiamo fatto, a distanza di tempo, siamo soddisfatti della scelta fatta e la confermiamo in pieno. Dietro ogni semplice gesto, ci sono tanti sacrifici, spero che anche altri, ma in realtà ci sono ottimi segnali, credano in Canosa e investano».
Quella del gelato è un affare di famiglia per i Di Nunno, tant'è che sono ben quattro le generazioni che si sono avvicendate, a partire dal bisnonno di Francesco, Michele titolare negli anni '30 del "Caffè Bovio", situato sempre in Piazza della Repubblica e all'interno del quale era possibile trovare il primissimo modello di motogelatiera "Cattabriga". A ricoprire un ruolo di rilievo nella nostra narrazione è Francesco Di Nunno, nonno di Ciccio, che una volta tornato dalla Seconda Guerra Mondiale e con il bar di papà Michele ormai anziano, chiuso, decise di iniziare una nuova avventura lavorativa con Giuseppe Santangelo (soprannominato in dialetto "Pepìne") nel "Bar Santangelo", poi ridenominato "Bar Rosa" negli anni '80 in quella che è oggi l'odierna ubicazione di "Scoop".
In seguito, saranno tutti i Di Nunno, fra cui Fonte, mamma di Francesco, a proseguire la tradizione di famiglia con la produzione di spumoni e sospiri, ristrutturandolo completamente il locale ed intitolandolo "The Way to Rome", nome scelto da Michele Di Nunno, padre di Ciccio, al fine di esaltare il patrimonio culturale ed archeologico canosino. Dal 1930 e quindi dal bisnonno Michele, eccoci quindi giunti al 2016 quando Francesco, appassionato di gelato, assieme al suo grande amico Marco, decisero di rilevare il locale sposando un nuovo progetto. Il primo, nel 2013, volle approfondire questa materia, tanto da frequentare l'Università dei Sapori di Perugia presso la Scuola Italiana di Gelateria a cui seguirà una parentesi lavorativa a Milano con Alberto Marchetti. Il secondo, invece, a Roma nel settore alberghiero, si occuperà dell'organizzazione del comparto caffetteria e prima colazione.
Ma perché chiamarlo "Scoop"? Ce lo spiega Ciccio: «Facile, il tutto nasce da un'idea di mia sorella Marianna: infatti, la parola "scoop" in inglese significa pallina di gelato e considerando che mio padre sia stato professore d'inglese, il gioco è fatto. Il gelato, 100% artigianale, rispetta la stagionalità della frutta ma soprattutto non contiene semilavorati o prodotti pronti. Alla tradizione, con la produzione di "spumoni" al gusto di cannella e caffè, abbiamo unito l'innovazione con svariati gusti di gelati come quello alla percoca, al fiorone o alla sfogliatella tipica natalizia».
I rapporti umani, si sa, spesso fanno la differenza e, non a caso, all'interno di "Scoop", dialogo e confronto fra proprietario e cliente sono sempre all'ordine del giorno. Anche questo, è un modo per sentirsi "a casa".



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